Unicobas notizie n.4 2023

Protocollo n. 20061/2023

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PUBBLICATI I DECRETI  DEI CONCORSI IN TUTTI GLI ORDINI DI SCUOLE INSIEME AI PROGRAMMI E AI TITOLI VALUTABILI

Sono usciti i DM 205 e 206 del 26 ottobre 2023 che regolamentano rispettivamente i concorsi ordinari della scuola secondaria e della scuola primaria e dell’infanzia. Insieme ai decreti sono stati pubblicati gli allegati A (205A) (206A)con i programmi e gli allegati B (205B) (206B)con i titoli valutabili.

Il concorso per la scuola primaria e dell’infanzia prevede 9.641 posti e quello per la secondaria ne prevede 20575, a cui probabilmente si sommeranno ulteriori posti che sono stati autorizzati dal MEF in questi giorni.

Per quanto riguarda le modalità di iscrizione e i titoli di accesso vedere la nostra news del 22/11/2023 sul sito www.unicobaslivorno.it da cui si può consultare anche tutta la normativa.

In tutti i concorsi ci sarà una prova scritta con voto minimo per superare la prova pari a 70/100 costituita da 50 quesiti a risposta multipla da svolgere in 100 minuti.

Superata la prova scritta si accederà ad una prova orale anche questa con voto minimo per superare la prova pari a 70/100 dove è previsto anche  l’accertamento della capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese almeno al livello B2.

Ai titoli culturali e di servizio verrà riconosciuto un massimo di 50 punti per cui in totale si potranno raggiungere al massimo 250 punti. Le Graduatorie saranno composte da un numero di soggetti pari ai posti previsti dal bando più quelli derivanti da eventuali rinunce.

E’ prevista una riserva del 30% dei posti in favore di coloro che hanno svolto, entro il termine di presentazione delle istanze, un servizio presso le istituzioni scolastiche statali di almeno 3 anni scolastici, anche non continuativi, nei dieci anni precedenti, di cui uno nella tipologia di posto per la quale concorre.

ISTITUTI TECNICI SOTTO ATTACCO, IN ATTO UNA CONTRORIFORMA

CHE RISCHIA DI SCARDINARE L’INTERO SISTEMA SCOLASTICO

E’ iniziato al Senato, l’esame del disegno di legge 924 predisposto dal ministro Valditara, varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 18 settembre, teso a introdurre la cosiddetta filiera dell’istruzione tecnico-professionale attraverso il modello cosiddetto 4+2: 4 anni, divisi in due bienni, in luogo degli attuali 5 degli istituti tecnici e professionali, e 2 anni, coerenti con l’indirizzo seguito, negli ITS “Academy”.

Questo disegno di legge, che è la punta di diamante di una manovra tesa a scompaginare la scuola pubblica italiana per renderla prona alle esigenze di Confindustria, introduce quanto sopra aggiungendo l’articolo 25 bis nel D.L. 144/2022 varato dal governo Draghi e convertito nella Legge 175/2022 dal governo Meloni senza cambiare una virgola!

Inoltre la manovra è supportata dal DPR, (attualmente in bozza, già presentato ai sindacati) attuativo dell’articolo 26 del D.L. 144/2022,  che prevede:

il primo biennio con 1221 ore di area di istruzione generale nazionale e 891 ore di area di indirizzo flessibile, una decurtazione di 99 ore sulle materie di istruzione generale, prevedibilmente a scapito delle scienze integrate, a vantaggio del monte ore di indirizzo

il secondo biennio complessivamente con 990 ore di area di istruzione generale nazionale e 1122 ore di area di indirizzo flessibile

il quinto anno che, utilizzando gli spazi di flessibilità è strutturato con 462 ore di area di istruzione generale nazionale e 528 ore di area di indirizzo flessibile. Anche in questo segmento è prevista, una decurtazione di 99 ore nell’area di istruzione generale a scapito delle materie dell’ambito linguistico. Nel primo biennio, i nuovi istituti tecnici, potranno realizzare, a partire dalla seconda classe, i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).

Le scuole potranno dotarsi di un comitato tecnico-scientifico, a cui partecipano rappresentanti dei contesti produttivi e del mondo del lavoro, del sistema camerale, delle professioni e dell’università e della ricerca, con funzioni consultive e di proposta in ordine alla programmazione e all’innovazione didattica, all’organizzazione delle aree di indirizzo   flessibili, all’aggiornamento e formazione dei docenti.

Per la realizzazione dell’intera riforma, che sarà avviata a partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2024/2025, non sono previsti finanziamenti.

Valditara spera di poter portare il DDL 924 al voto dell’aula entro il 15 dicembre, e alla Camera agli inizi del 2024, in modo da poter avviare il tutto già dal prossimo anno scolastico 2024-25. Infatti per tempi il più brevi possibile si schiera il vicepresidente di Confindustria, Giovanni Brugnoli, che in una intervista rilasciata a Adnkronos dichiara di considerare una rapida approvazione del disegno di legge come un “segnale importantissimo di inversione di tendenza, un cambio di passo che finalmente riconosce una necessaria nuova alleanza pubblico-privato”. Vista poi la mancanza di mano d’opera qualificata sprona a “portare da 26.000 iscritti attuali a circa 60-80mila le nuove ‘matricole’ ITS nei prossimi tre anni” altrimenti “l’alternativa sarebbe quella di fare di necessità virtù e di formare i lavoratori in casa” dice Brugnoli.

In realtà sarà difficile che il governo riesca a rispettare tempi così risicati in quanto a gennaio partono le iscrizioni degli allievi alle scuole e tutto dovrebbe essere già fatto ma Valditara non demorde e ha già una carta pronta da giocare: la sperimentazione della filiera dell’istruzione tecnico professionale tramite un decreto ministeriale, la cui bozza è già stata trasmessa ai sindacati, utilizzando il DPR 275/1999, cioè il cosiddetto “regolamento dell’autonomia scolastica” di Berlingueriana memoria. Tutto fa brodo per Valditara pur di accontentare Confindustria!

Ma vediamo di analizzare nel dettaglio il DDL 924, l’asse portante della manovra:

Il Disegno di legge si compone di tre articoli: l’art.1 e l’art. 2 sono dedicati alla riforma della filiera formativa tecnologico-professionale, mentre l’art. 3 affronta la revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti

ART. 1 (Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale)

Il comma 1 aggiunge il nuovo art. 25-BIS al DL 144/22 che istituisce la filiera tecnologicoprofessionale dall’ AS 2024/25 e ne descrive la composizione.

Detta filiera è così costituita:

 da percorsi quadriennali sperimentali del secondo ciclo di istruzione,

 da istituti tecnologici superiori (ITS Academy),

 da percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP),

 da percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS).

Alla filiera “possono” aderire le regioni .

Il comma 2 prevede che per partecipare alla filiera gli istituti della secondaria di secondo grado statale e paritaria, dovranno attivare percorsi quadriennali (le 1056 ore del quinto anno verrano distibuite nei 4 anni precedenti) “sperimentali” e “innovativi” (secondo quanto previsto dal DPR 275/99, art. 11). Le disposizioni vigenti in materia di esame di Stato conclusivo restano ferme per tutti salvo che per il diploma quadriennale IeFP.

Il comma 3 prevede per le regioni la possibilità di:

 stipulare accordi con l’USR eventualmente estesi anche a ITS Academy, Università, istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e di altri soggetti pubblici e privati  per integrare e ampliare l’offerta formativa dei percorsi sperimentali quadriennali in funzione di esigenze specifiche dei territori ,

 solo nell’ambito di tali accordi è prevista, altresì, la possibilità di istituire reti denominate «Campus» di cui possono far parte, oltre gli istituti che erogano i percorsi sperimentali di cui al comma 2 e gli ITS Academy, le altre istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, le Università, le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica anche i soggetti erogatori dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) e percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS).

Questa “regionalizzazione” destruttura chiaramente il sistema nazionale di istruzione.

Il comma 4 prevede che i soggetti che hanno conseguito il Diploma professionale del IV anno di IeFP possono accedere direttamente all’ITS Academy ( quindi senza esame di stato) se:

 il titolo è stato conseguito in un percorso formativo che ha già aderito a una filiera formativa tecnologico-professionale,

 il diploma è stato conseguito fuori da una filiera nel qual caso, però, l’accesso all’ITS Academy avviene solo attraverso una validazione del percorso quadriennale effettuata da INVALSI.

Il comma 5 elimina l’esame preliminare di ammissione all’esame di Stato  per chi, concluso il percorso di durata quadriennale con il conseguimento del diploma professionale, intenda sostenere l’esame di stato per conseguire il diploma quinquennale.

Questo è il colmo: per i soggetti in possesso di un diploma professionale quadriennale, anche semplicemente validato dall’INVALSI, si introduce la facoltà di sostenere l’esame di Stato presso un istituto professionale senza il previo sostenimento dell’esame preliminare per il conseguimento del diploma ordinamentale quinquennale. Quindi si risparmia un anno e si ottiene lo stesso risultato in termini di titolo di studio valido anche per iscriversi all’università. Si introduce quindi una concorrenza sleale tra diplomati del professionale e diplomati dei licei e degli isctituti tecnici in quanto i primi potranno iscriversi all’università un anno prima degli altri. 

Il comma 6 elenca i “benefici” che l’istituzione del Campus comporta per tutti i soggetti, (pubblici e privati) che ne fanno parte:

  1. l’ampliamento dell’offerta formativa, in particolare nelle discipline di base, adeguandolo alle “esigenze” del territorio e sfruttando tutti gli spazi di flessibilità didattica e organizzativi previsti per ogni soggetto partecipante alla filiera,
  2. passerelle fra percorsi diversi,
  3. la quadriennalità del percorso di istruzione secondaria di secondo grado,
  4. metodologie innovative, didattica laboratoriale, flessibilità didattica, condivisione nella rete di tutte le risorse umane, logistiche e strumentali,
  5. contratti a prestazione d’opera per personale docente esterno,
  6. la certificazione delle competenze trasversali e tecniche dello studente per favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro.

In sostanza con l’aumento della flessibilità didattica e delle ore di PCTO e con l’intervento di esperti esterni, per giunta arruolati con contratti a prestazione d’opera, si sopprimono posti di insegnamento

Il comma 7 prevede gli ulteriori benefici che conseguono per i soggetti che partecipano alla filiera o al campus:

  1. l’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in lingua straniera veicolare (CLIL) e compresenze con il conversatore di lingua straniera nell’ambito delle attività di indirizzo (*),
  2. coprogettazione dell’offerta formativa con tutti i partner della filiera (**), coprogettazione per l’attivazione dei PCTO e per la stipula di contratti di apprendistato (***),
  3. tutela e valorizzazione di opere di ingegno e/o manufatti meritevoli del diritto d’autore e di proprietà industriale prodotti all’interno della filiera (****),
  4. il trasferimento tecnologico alle imprese.

In sostanza i soggetti esterni, Confindustria in primis, si appropriano dell’istruzione tecnica e professionale e l’apprendistato così introdotto li solleverà dall’impegno di formare in proprio la manodopera.

Il comma 8 prevede disposizioni di carattere procedurale tra cui l’individuazione del numero massimo di istituzioni formative statali e regionali coinvolte nella sperimentazione e per la sua attuazione si dovrà procedere con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito e del Ministro dell’economia e delle finanze.

Il comma 9 prevede che il  tutto sarà messo in atto senza ulteriori o maggiori oneri finanziari per la finanza pubblica, le nozza con i fichi secchi!

ART. 2 (Struttura tecnica per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale)

Il comma 1 istituisce una autonoma struttura presso il Ministero la “Struttura tecnica per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale” per

  1. promuovere sinergie tra la filiera tecnico professionale e il settore imprenditoriale, industriale e scientifico-tecnologico
  2. migliorare e ampliare la progettazione, nel rispetto dell’autonomia scolastica, per definire percorsi didattici per la formazione di professionalità innovative realizzati all’interno della filiera formativa tecnologico-professionale e connessi ai PCTO e all’inserimento lavorativo
  3. valorizzare le opere dell’ingegno, il trasferimento tecnologico verso le imprese, l’orientamento professionale, i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), e agevolare l’accesso al mondo del lavoro.

Il comma 2 prevede che la composizione della struttura tecnica sarà coordinata da un direttore generale, si avvarrà di otto esperti e un contingente di personale del Ministero.

Il comma 3 individua la quantificazione degli oneri necessari e la relativa copertura finanziaria.

CORSI ABILITANTI PROBABILE DECRETO ENTRO DICEMBRE

 

Il Ministero prevede in prima battuta  40.000 percorsi per l’a.s. 2023/24 ma non c’è alcuna contezza della coerenza territoriale dell’offerta stessa rispetto al fabbisogno, l’unica cosa sicura  è un incremento della formazione on-line, unica panacea di tutti i problemi. Questo significa però  abbassare la qualità dei corsi e alzare i costi.

L’ANVUR sta attualmente valutando le istanze di accreditamento e dovrà rispondere entro il 20 dicembre quindi probabilmente il decreto del MUR che formalizzi l’offerta formativa dovrà uscire  entro fine dicembre. Talune università segnalano che l’accesso ai percorsi sarà limitato, soprattutto l’accesso ai percorsi di 30 cfu abilitanti.

Sui corsi da 60 CFU/CFA è previsto sia il riconoscimento dei 24 CFU/CFA che di eventuali ulteriori 12 crediti formativi. Per i corsi da 36 o 30 crediti questi 12 CFU/CFA vanno riproporzionati: nei corsi da 30 crediti il riconoscimento è possibile fino a 6 CFU/CFA, nei corsi da 36 crediti fino a 7 CFU/CFA.

RAPPORTO CENSIS DEL 1° DICEMBRE ’23: DAL 2012 AD OGGI

GLI STIPENDI DEI DOCENTI ITALIANI SI SONO RIDOTTI DEL 10,7%

 

Escludendo i paesi di punta, dove gli stipendi sono incomparabilmente più alti, siamo quasi ad un terzo delle retribuzioni di Lituania e Portogallo mentre, l’INFLAZIONE falcidia in particolare i redditi più poveri e per i beni primari è quasi doppia rispetto a quelli secondari o voluttuari:

Ringraziamo TUTTI i governi che si sono succeduti ed i sindacati trattanti, che hanno lasciato andare al macero le retribuzioni ed il potere d’acquisto. Ma la cosa non nasce dal nulla. Le motivazioni sono chiarissime. La contrattazione, dal tempo del DLvo 29/1993, Confederali & C. se la sono venduta, accettando l’eliminazione per legge del ruolo, degli scatti d’anzianità biennali e l’impossibilità di avere aumenti superiori all’inflazione “programmata” dal ministro dell’economia pro-tempore (nostra parte datoriale): è la privatizzazione del rapporto di lavoro del pubblico impiego, dalla quale sono stati esclusi docenti universitari, militari di carriera, magistrati, dipendenti della Banca d’Italia ed altre categorie protette. Solo con un CONTRATTO PUBBLICO E SPECIFICO PER DOCENTI ED ATA POTREMO RIAVVICINARCI ALLE RETRIBUZIONI EUROPEE (mentre oggi, proprio per questo siamo scesi all’ultimo posto) ma per ottenere questo occorre togliere fiducia  =  iscrizioni = tessere ai sindacati che sono alla trattativa e costruire l’alternativa.

EDUCAZIONE ALLE RELAZIONI: UN PROGETTO

CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI

Il progetto Educazione alle relazioni  del Ministro Valditara è una molto superficiale risposta propagandistica ai recenti fatti di cronaca. Infatti non affronta in modo serio una problematica, quelle dei rapporti interpersonali e di genere che dovrebbe essere affrontata sin dalla scuola dell’infanzia e sicuramente non con un progettino mordi e fuggi facoltativo solo per le superiori dove di danno ai protagonisti ruoli impropri: ai docenti quello di psicoterapeuti e alle associazioni delle famiglie quello di controllori, con contorno di psicologi che dovrebbero rifarsi al metodo Balint, elaborato dallo psicanalista Michael Balint nel 1846, che a suo tempo si indirizzava al lavoro dei medici di famiglia ed oggi ha applicazioni in ambito di impresa, ma nessuna nell’ambito del contrasto alla violenza di genere o educazione alle relazioni. Ci risiamo, si scopiazza il “mondo dell’  impresa” perché secondo questi signori il privato è bello e il pubblico è da affossare e soprattutto non si può scaricare solo sulla scuola un ruolo che è di tutte le componenti della società.

 

 

COVID CI RISIAMO

Nelle ultime settimane si è registrato un aumento di ricoveri ospedalieri da pazienti risultati positivi.

Soprattutto in casi in cui il covid ha aggravato le condizioni di salute di pazienti con altre patologie ma non è stata la causa principale dell’ospedalizzazione. L’età media di questi pazienti è di 77 anni.

Cosa fare in caso di contagio?

Secondo l’attuale normativa nel caso in cui compaiano sintomi è necessario l’utilizzo di mascherine chirurgiche o dispositivi superiori (FFP2/FFP3) e fino al 31 dicembre 2023 l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie è limitato ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori di:

  • strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili;
  • strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali,

I lavoratori sia del pubblico che del privato, se positivi con sintomi, devono rivolgersi al proprio medico di base per concordare la malattia.

Per quanto riguarda gli studenti positivi, l’obbligo di isolamento non c’è più e in teoria i positivi possono entrare in classe con  mascherina.

PROROGATE AL 31 DICEMBRE LE DISPOSIZIONI PER I LAVORATORI FRAGILI

 

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, il decreto-legge n. 132 del 29 settembre 2023 che estende al 31 dicembre 2023 le tutele per i lavoratori fragili, precedentemente fissate fino al 30 settembre. I datori di lavoro, sia pubblici che privati, sono tenuti ad assicurare la modalità di lavoro agile per questi individui. Ciò può comportare il reimpiego in mansioni diverse, ma equivalenti in termini di categoria o inquadramento, senza riduzioni salariali. Le condizioni di fragilità, così come le patologie croniche associate, sono determinate dal medico di medicina generale del lavoratore.

Documenti

numero4-+2023

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